I balconi di Malta, un patrimonio storico da conservare e proteggere

I balconi di Malta, un patrimonio storico da conservare e proteggere

Chi si reca a Malta per lavoro può sempre ritagliarsi del tempo libero tra un meeting e l’altro.
Visitando Valletta e altri villaggi dell’arcipelago, passeggiando tra le vie, si scorgono i balconi in legno della tradizione maltese. Dettagli architettonici intrisi di storia da conservare e proteggere.

Si dice che non perdere tempo sia una grande abilità, e se da una parte un viaggio di lavoro imponga spesso dei ritmi serrati, non è detto che non ci si possa ritagliare qualche momento per sé. E così, se la propria professione porta a Malta, che sia per un evento o una convention, si può sempre fare un break e, tra un meeting e l’altro, passeggiare tra le vie dell’isola e scoprirne la bellezza. Una chicca alla quale prestare attenzione? I tipici balconi. Quindi, su lo sguardo per lasciarsi affascinare dall’architettura dell’arcipelago, dettagli preziosi che raccontano una storia. Malta si svela.

© Wonguy Photography

Malta e i suoi balconi

Colorati, in legno, aperti o verandati, sono i balconi di Malta. Un’attrazione turistica sicuramente curiosa che caratterizza i villaggi più storici dell’arcipelago, un patrimonio culturale urbano che si mescola al paesaggio dando un profilo unico al design cittadino. Si tratta di costruzioni che non di rado uniscono diversi stili riconducibili ai più svariati periodi storici e alle popolazioni che hanno abitato le isole. Si dice che a ideare i primi balconi furono gli arabi, secondo altre teorie furono invece i piombatoi diffusi in Terra Santa a ispirarne la realizzazione. Qualunque sia la verità, ciò che è certo è che questi balconcini sono apparsi a Valletta durante la metà del XVIII secolo diventando popolari e di moda. Durante una camminata nella capitale non possono sfuggire i due grandi balconi in legno del Palazzo del Gran Maestro, una tipologia di derivazione nordafricana che a sua volta trae origine nei Muxrabija arabi. Durante il periodo in cui a governare Malta fu l’Ordine dei Cavalieri, numerosi furono gli schiavi turchi, alcuni dei quali misero a disposizione il loro talento artigiano creando a Malta i tipici balconi in legno.

Balcone Palazzo del Gran Maestro

I colori tra storia e tradizione

A colpire lo sguardo del visitatore sono sicuramente i colori dei balconi maltesi. La pittura in realtà ha una funzione precisa, quella di proteggere la struttura. Un detto antico dice infatti che ‘il sole mangia il legno mentre la pioggia gli dà da bere’, e siccome il clima locale stressa particolarmente i materiali, è proprio la vernice a dare al legno la giusta forza. Furono gli inglesi a usare per primi una sfumatura di verde che divenne alla fine il colore ufficiale dei balconi in legno, soprattutto nella capitale. Tradizionalmente però, le tinte sono diverse: si va dal rosso al blu passando per il viola, un vero arcobaleno che conferisce alle strade e agli edifici un’anima brillante.

In principio questo tipo di architettura era destinato alle dimore dei potenti e dei più ricchi per poi diffondersi tra tutte le classi sociali, nascendo o insieme al palazzo stesso o venendo aggiunti in seguito. Proprio in quest’ultimo caso ci si è domandati a lungo se il design complessivo fosse coerente o meno in quanto talvolta non è difficile scorgere delle difformità, soprattutto laddove il legno ha sostituito i precedenti balconi in pietra.

balcone

 

Il destino dei balconi

La fortuna dei balconi maltesi conobbe un periodo di declino durante l’urbanizzazione selvaggia avvenuta tra gli anni ’60 e ’90 ma adesso, fortunatamente, il vento è cambiato tanto che per evitare scenari di degrado, sono stati forniti dei sussidi per supportare i proprietari dei balconi nella loro opera di ristrutturazione. Esplorando i vicoli di Malta, quando la cravatta si allenta e i tacchi lasciano il posto a delle comode sneakers, vale la pena soffermarsi su questi particolari e scattare qualche fotografia. I balconi oggi continuano a essere usati per stendere i panni o magari sono dei piccoli giardini colmi di piante, ancora c’è chi li decora con immagini religiose e luci, per esempio a Natale. Siamo davanti a un patrimonio da tutelare, un frammento di storia esposto al rischio del normale decadimento che si somma all’avanzare spesso smodato della modernità. Non esiste futuro senza un passato da conservare.

 

Per info:

Ester Tamasi – Direttore Italia

Federica de Marco – Marketing Executive

federica.demarco@visitmalta.com